Coordiniamoci e vinciamo di Dario Ballini*

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Torni da #OpenPd e ti sembra di risvegliarti da un bel sogno. Due giorni di buona politica, quattrocento persone che ascoltano e intervengono su temi veri. Un dibattito vero, sul partito e sul Paese…

…Una “marea” di entusiasmo che contagia i presenti e che, purtroppo, erroneamente per un attimo ti fa pensare che quella sia la realtà. Che quello sia il vero partito democratico.

Non preoccupatevi amic*, lo sarà. Dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza. Il dramma però è che poi ognuno di noi è tornato a casa e ha ricominciato a fare i conti con la triste realtà. Dopo aver parlato di lavoro, legge elettorale, ius soli, larghe intese, amministratori locali e patto di stabilità, siamo stati nostro malgrado catapultati nella mediocrità politica e umana dei nostri competitors.

L’Unità che ci spiega che Renzi non può fare il segretario perché parla con l’accento toscano e perché è un exboy-scout. Civati e i suoi pasdaran fanno montare una polemica strumentale e vergognosa su tre costumi da bagno, parlando di strumentalizzazione del corpo della donna (era una sfilata di moda, magari avrebbero voluto vedere dei trattori o delle mietitrebbie vestite in underwear) e gli immancabili personaggi in cerca d’autoreche, avendo ricevuto un “Niet” al momento di salire sul famigerato carro di Renzi, adesso ci provano con la candidatura del ministro Carrozza, dopo aver ricevuto il diniego di Fassina, Speranza, Serracchiani, Barca, Andreatta e Bianca Berlinguer. Su tutto questo aleggia come uno spettro l’inettitudine e l’incapacità di una classe dirigente che non è nemmeno stata in grado di gestire l’assemblea nazionale e che adesso, in barba alle regole statutarie, si prepara a un colpo di mano in direzione nazionale.

La disperazione e la paura sono cattive consigliere. E il problema è che non ci rimettono solo loro e la loro dignità. A rimetterci è l’immagine già disastrata di tutto il partito. La fotografia impietosa di tutta questa vicenda è quella del rancoroso ex segretario con depandance in Sant’Andrea delle Fratte, che da perdente e dimissionario ancora sta lì a pontificare sul futuro del partito che ha sfasciato, e a brigare per impedire un sereno e pacato svolgimento del congresso.

Da una parte l’#OpenPd, buona politica. Oratori preparati, pubblico agguerrito. Vivacità, proposte ed entusiasmo. Dall’altra grigiore, disperazione, e pessimo impatto sull’elettorato. Noi, da parte nostra, faremo di tutto affinché il nuovo partito, con Renzi segretario, assomigli di più al nostro #OpenPd, piuttosto che alle stanche e logore liturgie officiate da preti stanchi e azzimati con una vistosa crisi di fede.

Ma per fare questo c’è bisogno di più coordinamento fra di noi, fra le galassie online che orbitano intorno alla candidatura di Matteo Renzi. C’è bisogno di più coordinamento fra le centinaia di associazioni Adesso! che sono spuntate come funghi in quasi tutti i comuni d’Italia. C’è bisogno di organizzazione. Non di apparato. Che sono due cose diverse.

E c’è anche bisogno che i nostri giovani la smettano di giocare ai grandi e lascino cospirazioni, voglie di primeggiare e congiure di palazzo a quella classe dirigente Pd e Gd che vogliamo mandare a casa. Dobbiamo metterci la faccia, non aver paura di esporsi. Ci vuole più coraggio e meno tatticismi.

Solo così saremo finalmente credibili. Cambieremo il partito per cambiare il Paese. E lo faremo non con chi si appunta in petto la spilletta del “renziano della prima ora” o con giuramenti di fedeltà a questo o quel deputato “renziano”, ma lo faremo affidando i ruoli chiave e di coordinamento a chi ne ha le capacità e il merito.

26.09.2013

*http://www.ateniesi.it/coordiniamoci-e-vinciamo/

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